Accompagnamento

Dopo essere stato nominato Tutore di un minore ciascun tutore volontario si trova da solo ad affrontare il proprio bambino o ragazzo con la sua storia unica e le sue univoche necessità personali e sociali.

Quali i primi passi ?

Quali attenzioni per evitare false partenze?

Quali compiti il tutore si trova ad affrontare in concreto?

Il tutore ritiene utile avere un gruppo di appoggio alle spalle? Avere la possibilità di confrontarsi, di chiedere aiuto nelle situazioni concrete, di ottenere una consulenza professionale al bisogno (medica, psicologica, legale…) ?

Ma soprattutto come rendere il compito di Tutore una esperienza positiva anche per se stesso, una possibilità di arricchimento personale reciproco tra tutore è tutelato?

Da più di dieci anni La Voce del Bambino ha esperienza nella tutela di minori.

Uno dei compiti fondamentali del tutore è quello di verificare che il minore sia in possesso dei documenti personali aggiornati: documento di identità, codice fiscale, tessera sanitaria, permesso di soggiorno.

Il minore in tutela è di norma affidato al Comune dove risiede (o nel caso de minore straniero non accompagnato dove viene identificato), ed il Comune stesso ha il dovere di provvedere al suo mantenimento e accudimento quotidiani attraverso i servizi sociali comunali, che lo collocano in affido presso Comunità educative, o più raramente presso famiglie (di parenti o altre famiglie).

Nella Regione Lombardia prima dell’entrata in vigore della legge 47 era invalso l’uso che il Giudice Tutelare nominasse Tutore il Sindaco del Comune di residenza. Questi a sua volta delegava un Ufficio Comunale e in questo modo si configurava di fatto un conflitto di interessi in quanto Affido e Tutela risultavano conferite alla medesima Istituzione comunale.
L’idea portante della legge 47/2017 è quella di realizzare una tutela personale e non istituzionale, secondo il dettato legislativo: un singolo adulto tutore di un singolo minore. Rimane in capo al Comune l’Affido del minore tutelato e quindi la responsabilità dell’ospitalità e della cura quotidiana e della custodia del minore stesso: ciò libera il Tutore dalla responsabilità di atti compiuti dal minore che abbiano conseguenze civili.

Con la nuova legge la nomina del tutore volontario per i minori stranieri non accompagnati passa dal Tribunale ordinario sezione Tutele al Tribunale per i Minorenni.

Primi passi.
Il primo compito del Tutore legale nominato è quello di accettare la tutela tramite formale giuramento presso il Giudice che ha emesso il decreto, e che rimane il Giudice di riferimento per lui e per il suo tutelato. Con il Giudice è sempre possibile chiedere un incontro durante il periodo di tutela. In ogni caso, il Giudice rimane il responsabile ultimo del minore e deve quindi essere informato sugli eventi che coinvolgono il ragazzo e che il Tutore ritiene importanti da segnalare attraverso una relazione. Le relazioni sulla tutela possono essere annuali o anche biennali se tutto procede nella norma, ma possono anche essere frequenti nel caso se ne ravvisasse la necessità.
La comunicazione al Giudice libera il tutore stesso dalle eventuali responsabilità per i rischi ai quali si trovano esposti i minori che si sottraggono al controllo degli educatori fuggendo dalle comunità di accoglienza.

Dopo il giuramento la nomina diventa effettiva, e il tutore è autorizzato a muovere i primi passi. Il tutore ha pieno titolo di interessarsi del suo tutelato, però è opportuno mantenere un atteggiamento di graduale cautela nell’entrare nelle situazioni concrete.
Di solito la sequenza dei passi è la seguente:

  • Contattare l’assistente sociale che ha in carico il minore per conoscere dove il minore è collocato e sapere i recapiti della comunità o della famiglia che lo ospita. Occorre spiegare agli assistenti sociali la novità di un tutore volontario che può offrire valore aggiunto nella relazione: “uno sconosciuto” che si occupa di un minore affidato ai servizi sociali. Normalmente quando il tutore fornisce i propri recapiti e dimostra la propria disponibilità all’ascolto si instaura abbastanza rapidamente quella relazione di fiducia e di collaborazione che è necessaria per il bene del ragazzo stesso.
  • Contattare il responsabile della Comunità che ospita il minore presentandosi e concordando una visita secondo i tempi e i modi che gli stessi educatori ritengono opportuni: si tenga presente che sono loro a gestire quotidianamente il minore. Le Comunità educative convenzionate con il Comune di Milano sono tantissime e si trovano sia all’interno della città sia nell’hinterland .

Questi primi contatti ci possono dare le prime notizie sulla situazione del minore: età origini, livello scolastico, salute, rapporti con la famiglia di origine.

  • Incontrare il proprio tutelato. Anche per il ragazzo/ragazza la figura del tutore legale (diversa dall’assistente sociale del comune) non è inizialmente una cosa molto chiara, ma dalla relazione può nascere, col tempo, la fiducia: occorre modulare il proprio compito in relazione alle singole situazioni e al clima delle singole comunità. E’ bene non avere mai atteggiamenti invasivi e chiarire al minore, quando se ne scorga la necessità, che il tutore non è un altro padre o un’altra madre, semplicemente si mette accanto a lui come suo rappresentante fino al compimento della maggiore età.

Il tutelato in nessun caso convive con il suo tutore, ma il tutore si attiva, tramite una propositiva collaborazione con i servizi sociali comunali, per il suo idoneo collocamento.

Compiti legali

I compiti del Tutore sono elencati nel codice civile dagli art. 343 al 389. In concreto gli articoli che interessano le tutele affidate a volontari sono molto pochi perché tutti gli articoli concernenti la tutela del patrimonio non riguardano nessuno dei ragazzi finora assegnati ai tutori volontari, che sono normalmente minori privi di risorse economiche .
Uno dei compiti fondamentali del tutore è quello di verificare che il minore sia in possesso dei documenti personali aggiornati: documento di identità, codice fiscale, tessera sanitaria, permesso di soggiorno.
Per i ragazzi stranieri in particolare sono importanti i compiti legati al permesso di soggiorno e all’ottenimento dei documenti personali (passaporto, carta di identità) di cui normalmente sono privi, in quanto spesso sono giunti in Italia attraverso vie non sempre legali. Questo compito diventa stringente soprattutto in vista della maggiore età che è la soglia oltre la quale decadono tutte le tutele giuridiche di cui il ragazzo gode in quanto minore.
Si possono rendere necessarie firme per il “consenso informato” per interventi o bisogni di tipo sanitario.

Reale incidenza educativa

La domanda che ci possiamo porre è sulla reale possibilità di incidenza educativa nella vita dei tutelati da parte del tutore de La Voce del Bambino.
Il Tutore non ha la custodia quotidiana del minore, ma al fianco del ragazzo adolescente può aiutarlo a vivere più serenamente il rapporto con gli educatori della comunità, a volte percepiti come “creatori di continui divieti e regole” che inevitabilmente esistono all’interno della vita di comunità (regole sugli orari, sui comportamenti per una ordinata vita di gruppo, sui divieti di libera uscita ecc.).

Il Tutore deve essere attento a creare una alleanza educativa con le comunità (o con i genitori affidatari) ma essendo esterno alla quotidianità, può diventare un rinforzo ai desideri di riuscita del ragazzo, aiutandolo a guardare oltre l’inevitabile fastidio delle regole. Può aiutare il ragazzo a immaginare per se’ un futuro positivo e costruttivo e può rinforzarlo nel perseguire le proprie attitudini e i propri desideri di bene. Nel confronto periodico con gli educatori che vedono il minore nella sua quotidianità il Tutore può dare delle indicazioni preziose sulle scelte scolastiche e professionali del minore.
Il Tutore volontario deve mantenere uno sguardo che, andando oltre i compiti legali, si rivolge alla persona nella sua globalità, modulando gli interventi in relazione alle singole situazioni e preoccupandosi del futuro inserimento del tutelato nel mondo adulto italiano.
Specialmente all’avvicinarsi della maggiore età diventa cruciale spingere lo sguardo oltre il percorso scolastico, e interessarsi delle possibilità di inserimento lavorativo, e anche delle varie opportunità di tirocinio, orientamento al lavoro, supporti all’autonomia, ecc. che il territorio offre ai minori.

Per i ragazzi il vissuto del Tutore non è quello di un salvatore, ma è quello di un adulto che sta al loro fianco per testimoniare che il bene c’è e che esiste qualcuno che si prende cura di loro senza un tornaconto. Questo viene capito e riconosciuto da tutti i giovani anche senza metterlo a tema di discorsi espliciti ed è la chiave che rende possibile una relazione di fiducia.

Supporti al tutore volontario

L’associazione La Voce del Bambino rimane come risorsa per tutti i tutori mentre è in corso la tutela.
Tra i propri associati/amici La Voce del Bambino comprende persone anche molto qualificate con competenze cruciali per il corretto svolgimento dei compiti di tutela: giuristi, assistenti sociali, avvocati, psicologi, medici. E’ sempre possibile farsi aiutare nelle situazioni in cui il Tutore delegato ne avesse bisogno chiedendo aiuto: contattare La Voce del Bambino (telefono 347 2950194 oppure 335 360561 o mail voce@lavocedelbambino.org ) che si attiva celermente per venire incontro alle necessita’ del momento anche organizzando al bisogno incontri con gli “specialisti” disponibili.
Si sono presentate anche situazioni nelle quali il tutore volontario ha ravvisato l’opportunità di farsi accompagnare da qualcuno dell’associazione negli incontri con il minore, e questo è sempre accaduto scegliendo di volta in volta la figura più idonea o più disponibile nella situazione concreta.

Periodicamente La Voce del Bambino promuove degli incontri tra tutti i tutori per uno scambio di esperienze e un aiuto reciproco allo svolgimento del compito assunto. La libera partecipazione a questi gruppi di auto aiuto guidato può essere la strada per comprendere meglio la tutela, per poterla vivere senza troppa ansia, e invece renderla una positiva esperienza di crescita umana personale.

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